Convegno all’Università Lumsa – Trentalange: «L’arbitro figura non simpatica, il futuro è la comunicazione»; Marchisio: «Importante preparare i ragazzi anche all’idea della sconfitta»
La sala Pia dell’Università LUMSA ha ospitato il convegno “Palestra di legalità. Disciplina, regole e diritto nello sport”, evento realizzato per iniziativa congiunta della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, dell’Università LUMSA e della rete magistrati Sport & Legalità, con la collaborazione di Duferco Energia, Libera , CSI Roma e OINP
Si è svolto nella giornata di oggi, Mercoledì 13 marzo 2024, presso la sala Pia dell’Università LUMSA, il convegno “Palestra di legalità. Disciplina, regole e diritto nello sport”, evento realizzato per iniziativa congiunta della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, dell’Università LUMSA e della rete magistrati Sport & Legalità, con la collaborazione di Duferco Energia, Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie), CSI (Centro Sportivo Italiano) Comitato di Roma e OINP (Osservatorio Italiano Non Profit). I lavori sono stati aperti dai saluti del rettore dell’Università LUMSA, prof. Francesco Bonini, del presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport Daniele Pasquini e del direttore di Duferco Energia Luca Masini, sostenitore dell’iniziativa. Il convegno ha ospitato gli interventi Lucilla Andreucci, responsabile di Libera Sport, la rete di associazioni di don Luigi Ciotti che opera in prima linea per la lotta alle mafie, il cardinale Francesco Coccopalmerio, con una riflessione su La bellezza e la necessità delle regole, e una tavola rotonda finale moderata da Katia Arrighi (Studio Consulenti dello Sport), a cui hanno preso parte in qualità di relatori Claudio Marchisio, già calciatore della Juventus e della Nazionale italiana di calcio, Alfredo Trentalange, già arbitro internazionale e past president dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri), e Sergio Sottani, procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Perugia e presidente della rete di magistrati Sport e Legalità.
A margine del convegno “Palestra di legalità. Disciplina, regole e diritto nello sport, Alfredo Trentalange e Claudio Marchisio hanno rilasciato le seguenti interviste.
ALFREDO TRENTALANGE
In questo convegno si è parlato di disciplina, regole e diritto nello sport? Chi meglio dell’arbitro incarna nel calcio la figura che racchiude un po’ tutte queste cose? “Sì, l’arbitro non è una figura molto simpatica su questi temi, come il tema delle regole, il rispetto delle regole, della legalità. Ma bisogna invece pensare che dietro la figura dell’arbitro c’è un ragazzo che si impegna, che fa sport, che è appassionato, in questo caso del gioco del calcio, e che magari si sente protagonista in senso buono, deve dare un servizio perché pensiamo che un fallo fischiato correttamente evita per esempio la vendetta. Viene naturale no, se l’arbitro non fischia un fallo, di vendicarsi. Se invece l’arbitro ha fischiato perché preparato, perché è andato a letto la sera prima, perché si è preparato atleticamente, si è allenato e fischia correttamente questo fallo. Chi ha subìto il fallo invece che vendicarsi pensa: ‘ok, io ho subito un fallo, ma la mia squadra ha avuto un rigore a favore, l’avversario che mi ha dato un calcio è stato espulso. Bene, possiamo continuare a giocare in pace’. Noi in pochi attimi abbiamo insegnato a dei ragazzini su un terreno di gioco, quindi magari anche in un momento di divertimento dei valori fondamentali quali quelli, per esempio per la giustizia che attraverso la giustizia in questo caso un fischio corretto si può continuare a giocare in pace, si raggiunge la pace. Questi sono valori universali, dicevo prima e credo che gli studenti, dal silenzio e dall’attenzione fossero d’accordo. Quanti master, quanti incontri dobbiamo fare per spiegare una cosa così semplice, ma che cambierebbe la vita di molte persone? Pensiamo alle guerre che ci sono in questo momento”. Ha parlato tanto di educazione, rispetto e anche di comunicazione. Quanto è importante per il presente e per il futuro anche del mondo arbitrale la comunicazione? “Io credo che il futuro sia fatto di comunicazione. È importantissimo aprire canali di comunicazione e questo a tutti i livelli. Un po’ perché c’è tanto pregiudizio, c’è pregiudizio nella figura dell’arbitro, ma c’è pregiudizio del diverso di quello che non fa il mio stesso lavoro, che non ha la mia stessa cultura, che non ha la mia stessa religione, che magari fa il calciatore piuttosto che l’allenatore. Ecco, aprire canali di comunicazione vuol dire farsi conoscere, vuol dire che l’altro non fa più paura perché mi è più prossimo e vedo che poi ha gli stessi miei problemi, gli stessi miei sogni e i miei stessi ideali. Quindi aprire canali di comunicazione è fondamentale a tutti i livelli. Certo, bisogna parlare la stessa lingua. Lo dico spesso, Don Milani diceva ‘è la lingua che fa uguale. E’ uguale chi sa esprimersi ed intende l’espressione altrui, che sia ricco o povero importa meno’. Aprire canali di comunicazione parlando la stessa lingua può fare la differenza. Stessa lingua vuol dire che l’arbitro del futuro, il calciatore del futuro, l’allenatore del futuro, devono essere un ricercatore e non un presuntuoso”. Ma vuol dire anche far parlare l’arbitro dopo la partita? “C’è un tempo per tutto”
CLAUDIO MARCHISIO
Claudio, disciplina regole e diritto nello sport, oggi un convegno importante all’Università Lumsa, che ti ha ricordato anche quando ha iniziato a calcare i campi da gioco, nel tuo intervento hai voluto ricordare che i tuoi allenatori quelli che hanno rappresentato per te degli insegnanti. “Assolutamente. Per l’argomento di oggi era molto più importante parlare dell’esperienza avuta prima: del percorso di crescita da ragazzo per diventare uomo e da sognatore per diventare un calciatore, a come poterlo poi diventare. Quindi sono quelli, secondo me, i percorsi importanti per i giovani, vale sia per i ragazzi che per le ragazze. Poi credo che il magistrato Sergio Sottani, ma anche Alfredo Trentalange, le loro parole, le loro esperienze, in ambiti comunque diversi, possano essere state d’aiuto ai ragazzi, alle persone che ci ascoltavano d’oggi” Hai detto ‘io ho imparato tanto e mi sarebbe servito anche se non avessi fatto il calciatore’. Hai manifestando anche una certa paura, sei un papà, per i tuoi figli che fanno sport, forse certi valori, se abbiamo capito bene, non vengono più insegnati? “Credo che soprattutto le nuove generazioni stiano vivendo la velocità del mondo che si sta trasformando e quindi andando a questa velocità si vuole concentrare un singolo obiettivo ad ogni ragazzo ragazza, ma in realtà non bisogna mettergli in testa soltanto un singolo obiettivo, ma di avere una mente più aperta, di valorizzare ovviamente le proprie capacità, ma nello stesso tempo avere una apertura mentale per poter anche cambiare il percorso di un ragazzo, di una ragazza, perché non sempre quello che sogniamo poi si può realizzare. Quindi bisogna essere preparati anche al resto”.
SPOSTATO A GIOVEDI’ 14 MARZO L’INCONTRO DI CLAUDIO MARCHISIO ALL’ORATORIO SAN GIUSEPPE AL TRIONFALE L’incontro di Claudio Marchisio presso l’Oratorio San Giuseppe al Trionfale – Opera Don Guanella, via Giovanni Bovio 44 – Roma, previsto inizialmente per oggi pomeriggio, si terrà invece domani, giovedì 14 marzo alle ore 18. L’ex campione della Juventus e della Nazionale italiana di calcio incontrerà i bambini dell’oratorio.