Papa Francesco: “Lo sport sia una casa per tutti, aperta e accogliente”

Il Santo Padre chiude i due giorni del Summit internazionale “Sport for all. Cohesive, Accessible and Tailored to each person” promosso dai Dicasteri per i Laici, la Famiglia e la Vita, per la Cultura e l'Educazione, in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport. I partecipanti firmano la Dichiarazione sullo Sport

1 ottobre 2022

Con l'udienza che il Santo Padre ha rivolto ai partecipanti, venerdì 30 settembre si è concluso il Summit internazionale “Sport for all. Cohesive, Accessible and Tailored to each person”, organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita insieme al Dicastero per la Cultura e l'Educazione, con la collaborazione della Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport, al quale hanno partecipato dirigenti e delegati di varie istituzioni ed organizzazioni sportive e intergovernative, allenatori, atleti professionisti e amatori, rappresentanti di diverse confessioni cristiane e di altre religioni e altri partecipanti legati al mondo dello sport fra cui anche rifugiati, ex detenuti, persone con disabilità fisica e intellettiva.


Il cardinale Kevin Farrell ha tenuto un discorso finale a nome del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e del Dicastero per la Cultura e l'Educazione per ringraziare profondamente e calorosamente Papa Francesco per la sua presenza e il suo sostegno a questa iniziativa. Il cardinale ha anche riassunto i progressi degli ultimi giorni: "In questi due giorni ci siamo impegnati in una riflessione comune sullo sport e sul ruolo che lo sport può avere nel promuovere coesione sociale e accoglienza, soprattutto in questo tempo, che fa seguito ad una lunga e dolorosa pandemia, nel quale tutti dobbiamo interrogarci su come cambiare in meglio la nostra società. Si è proposto anche di sottoscrivere una Dichiarazione che indichi le mete comuni che vogliamo raggiungere, i compiti e le responsabilità che tutti vogliamo assumerci.".


Papa Francesco è entrato nell'Aula Paulo VI accolto dai 250 partecipanti provenienti da 40 Paesi diversi. Nel suo discorso si è rivolto a tutti i partecipanti dicendo: "vi incoraggio a impegnarvi affinché lo sport sia una casa per tutti, aperta e accogliente. In questa casa non si perda mai un’atmosfera familiare: che si possa trovare, anche nel mondo dello sport, dei fratelli e delle sorelle, degli amici e delle amiche. Vi sono vicino in questa missione, e la Chiesa vi sostiene nell’impegno educativo e sociale".


Al termine del discorso del Santo Padre, ogni firmatario ha salutato a turno il Papa prima di firmare la Dichiarazione sullo sport, impegnandosi a portare avanti il lavoro delineato in questi due giorni. I firmatari si sono impegnati a dare vita alla Dichiarazione. Fondamentale per questo compito è la comprensione che "questa Dichiarazione non è solo una dichiarazione di principi, ma una Dichiarazione-azione, un invito ad azioni concrete... [per] il futuro della società".


In altre parole, il lavoro inizia solo ora. La realizzazione della visione dello Sport per tutti, infatti, richiede l'impegno per uno sport coeso, accessibile e su misura. Così facendo, lo sport trasforma la nostra società e il nostro mondo, riconoscendo che la nostra vera squadra è la famiglia umana. Ognuna di queste categorie - coesivo, accessibile e su misura - evidenzia una diversa componente del lavoro che ci attende. Uno sport coeso implica uno sport che coinvolge le persone, piuttosto che solo un'élite. Uno sport accessibile implica che sia aperto a tutti, specialmente ai gruppi più emarginati. Uno sport su misura, che fornisca le risorse necessarie per accompagnare ogni singola persona, così com'è. Con lo slancio e la guida degli esperti riuniti al Summit, i partecipanti si sono impegnati a camminare insieme - communiter - perché nessuno può portare a termine questo compito da solo.


Chiunque desideri aderire alla dichiarazione può firmarla sul sito www.sportforall.va.


La mattinata era iniziata nella Basilica di San Pietro con la celebrazione della Santa Messa presieduta da mons. Emmanuel Gobillard, vescovo delegato per i Giochi Olimpici di Parigi 2024 e vescovo ausiliare di Lione. I partecipanti si sono poi recati nell'Aula Paulo VI per continuare le discussioni e le conferenze.


Thomas Bach, Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, ha esordito ricordando il motto dei Giochi Olimpici “Citius, Altius, Fortius - Communiter”. Durante il suo discorso, ha insistito più volte sulla pace e sull’unità universale: “ai Giochi Olimpici, gli atleti incarnano questa missione di pace quando mettono da parte tutte le differenze che dividono il mondo. I Giochi Olimpici sono l’unico evento che unisce il mondo intero in una competizione pacifica. Gli atleti di tutto il mondo competono ferocemente tra loro per ottenere il premio più alto, ma allo stesso tempo vivono pacificamente insieme sotto lo stesso tetto del Villaggio Olimpico. Questo rende i Giochi Olimpici e Paralimpici un potente simbolo di pace”.


Il relatore successivo, mons. Emmanuel Gobillard, ha sviluppato il tema “Communio”, concentrandosi sul ruolo dello sport nella costruzione di una comunità. Ha spiegato che “lo sport mette tutti sullo stesso piano e siamo tutti testimoni del fatto che, indipendentemente dall’estrazione sociale, dall’età o dalla professione dei tifosi, quando si incontrano in uno stadio, in una curva o davanti a uno schermo televisivo, sono uniti dalla stessa passione e sono capaci di cadere tra le braccia del vicino al primo gol segnato dalla loro squadra”.


Gli interventi sono stati seguiti da testimonianze di azioni concrete e i partecipanti hanno prima preso parte alla breve discussione plenaria e poi si sono riuniti in gruppi di lavoro per riflettere sull'aspetto comunitario dello sport.


Santiago Perez de Camino, responsabile dell’Ufficio Chiesa e Sport, Daniele Pasquini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport in Italia, Stefanie Reid, campionessa mondiale di atletica paralimpica e Tegla Loroupe, campionessa mondiale di mezza maratona, hanno presentato, infine, la Dichiarazione sullo Sport.


Giovedì 29 settembre, ad aprire i lavori del Summit, è stato il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita con un ricco dialogo sullo Sport: "Qualcuno potrebbe chiedersi perché la Chiesa sta riunendo il mondo dello sport in un incontro qui! Le parole 'Insieme' e 'incontro' riassumono bene la motivazione di fondo che ci muove".

La prima conferenza è stata sulle nuove sfide dello sport oggi "Cambiare o essere cambiati", seguita da una lunga sessione sulla parola "tailored" per studiare l'inclusione nel mondo dello sport. Questa presentazione sono state tenute da mons. Melchor Sanchez de Toca, Dicastero per la Cultura e l'Educazione, e da Caterina Gozzoli, Università Cattolica del Sacro Cuore.

Dopo la pausa, Andrew Parsons, Presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, ha preso la parola per il suo discorso, spiegando che "lo sport è un diritto fondamentale di ogni singola persona. La chiave per farlo bene è coinvolgere le persone, ascoltarle e capire attentamente le sfide".

Il pomeriggio è stato dedicato alla parola "accessibile". Il Rev. Patrick Kelly, SJ, professore di studi religiosi presso l'Università di Detroit Mercy, e Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, hanno aperto il dialogo concentrandosi sulle politiche sociali che portano allo sport accessibile. I partecipanti hanno poi avuto un momento di discussione prima di riunirsi in gruppi di lavoro per riflettere su azioni concrete.


Il Summit si è concluso con la presentazione dei risultati concreti dei gruppi di lavoro. I partecipanti hanno potuto ottenere un feedback immediato sui prossimi passi da compiere e sui risultati ottenuti durante le due giornate.